Ecco di
seguito i tipi più comuni di robot:
PHOTOVORES:
sono robot fototropici, basati sul motore solare («Solarengine»). Si muovono
a scatti dirigendosi verso la
fonte luminosa.
Il Motore Solare (Solar
Engine, SE) è il cuore di tutti i circuiti BEAM e serve a trasformare
l'energia solare in picchi di tensione che alimentano i motori. Una caratteristica dei motori
solari è di non richiedere pile o accumulatori, perché si
alimentano direttamente trasformando l'energia solare in elettricità. Ecco lo schema
di principio:
La tensione prodotta dal pannello solare (PS) scorre
attraverso il diodo (D) e carica il condensatore elettrolitico (C) che
funziona da "serbatoio". Per arrivare al motorino (M), la tensione deve
passare attraverso l'interruttore elettronico (IC). Questo interruttore è
regolato su un preciso valore di tensione. Quando la tensione contenuta
in C è inferiore a questo valore, l'interruttore è aperto
e il motore non gira. Quando la tensione contenuta in C supera questo valore,
l'interruttore IC si chiude e il serbatoio scarica la tensione su M che
si mette a girare. Rimasto vuoto il serbatoio, IC si riapre e ricomincia
la carica del "serbatoio" C.
La frequenza dei cicli di carica e scarica del condensatore
dipende dall'intensità luminosa. In condizione di
alta luminosità il pannello solare produce molta tensione e il condensatore
si carica molto velocemente. Questo produce una maggiore velocità
del motore. Al contrario, quando la luminosità è scarsa, il condensatore
impiega più tempo a caricarsi e il motore gira più lentamente.
Il
FLED Solarengine è un motore solare che usa come interruttore
elettronico un LED lampeggiante ("Flashing LED" = FLED). Il FLED
conduce a un valore di circa 2,2V mandando in conduzione il transistor PNP
(2N3906) il quale a sua volta manda in conduzione il transistor NPN (2N3904),
facendo girare il motore. Quando
la tensione ai capi del FLED si abbassa, i transistor non conducono e il
motore si ferma. Il ritmo di carica-scarica dipende dalla capacità del
condensatore elettrolitico: un condensatore di 1000 mF fornisce impulsi brevi
e veloci, mentre uno da 4700 mF dà impulsi più lunghi ma distanziati nel
tempo, perché il pannello solare impiega più tempo a caricare il
condensatore. NOTA:
il FLED conduce quando la tensione ai capi del condensatore raggiunge il
valore di ca. 2,8V perché bisogna calcolare la caduta di tensione di 0,6V
sulla giunzione EB del transistor PNP (2,8 - 0,6 = 2,2). ATTENZIONE:
questo tipo di circuito è adatto a pilotare motori a bassissimo consumo di
corrente, come ad esempio i cosiddetti "pager motors"
che venivano usati come vibracall nei cercapersone. Se collegate i soliti
motori a ingranaggi il circuito NON funziona.
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Layout di montaggio visto da sopra
- lato componenti |
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Per saperne di più sul SOLARENGINE
dare un'occhiata qui
(if you can read english).
Con due SE si può costruire un Photovore
(«mangia-luce»),
cioè un robottino che zampetta o striscia verso la luce. Una gran quantità
di schemi si può trovare su internet (vedi "Photovore" o
"Photopopper").
Il fototropismo («tendenza a dirigersi verso la luce») del Photovore dipende
dalla sua struttura simmetrica (fatta di due identici motori solari).
Quando un motore solare riceve più luce, gira più velocemente dell'altro e quindi il
Photovore "sterza". Il fototropismo può essere positivo o negativo,
e dipende da come il Solarengine è collegato ai motori. Clicca sulle
immagini per vedere alcuni progetti di Fotovori.
LINE
FOLLOWERS: compiono un percorso seguendo una linea disegnata sul
pavimento. Sono dotati di uno o più sensori che misurano la differenza di
luminosità tra il pavimento e la linea. Il dato raccolto dai sensori
controlla i motori (destro e sinistro) in modo da mantenere il robot "in
equilibrio" sulla linea.
Il segreto per costruire un buon line-following sono (tanto per cambiare) i
sensori. Se i sensori sono soltanto due, il robot avrà delle serie
difficoltà a superare le curve a 90° e andrà spesso in stallo. Molto meglio
usare 4 sensori allineati, di cui due tengono il robot sulla linea e altri due
gli dicono quando è il momento di sterzare. SUMO:
"combattono" tra loro cercando di buttare l'avversario fuori da un
cerchio disegnato sul pavimento (come nel famoso sport giapponese). Sono
dotati di sensori posteriori, simili a quelli dei "line followers",
per riconoscere la linea che segna il perimetro del campo da gioco e di
sensori di prossimità per intercettare e "aggredire" l'avversario.
MAZE
SOLVING:
compiono un percorso districandosi in un vero e proprio labirinto (in inglese
"maze") di ostacoli e difficoltà varie. Sono dotati di sensori di
prossimità e di altri sensori (temperatura, luminosità, inclinazione, ecc.),
secondo le difficoltà che devono superare.
"TESTE"
FOTOTROPICHE: sono robot che ruotano sul
proprio asse rivolgendosi verso una fonte luminosa. Possono essere modificati
per rivolgersi verso una fonte sonora (ad es. una persona che parla).
Una categoria a parte è
rappresentata dai robot
A
microprocessore
che possono essere programmati
per eseguire determinate istruzioni.
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